Come ben noto, l’osteoporosi è una malattia molto frequente che può colpire specialmente dopo i 50 anni. Si tratta di una rarefazione del tessuto osseo che interessa particolarmente le donne dopo la menopausa. Un graduale indebolimento delle ossa è normale dopo i 35-40 anni e fa parte del naturale invecchiamento. Quando le ossa, e soprattutto la colonna vertebrale, il polso e il collo del femore, diventano fragili e deboli, significa che il processo è degenerato in malattia. Le persone che soffrono di osteoporosi sono soggette, più delle altre, al rischio di frattura: una caduta o un urto che non avrebbero conseguenza in una persona normale, possono causare fratture in un ammalato di osteoporosi. In Piemonte almeno 1/3 della popolazione femminile in menopausa presenta un quadro densitometrico di osteoporosi.
La prevenzione dell’osteoporosi, basata su adeguata nutrizione e regolare attività fisica, si ottiene soprattutto nei decenni che precedono la menopausa. Il tessuto osseo è in continuo rinnovamento per l’alternanza di processi di riassorbimento e di formazione. Esso raggiunge il culmine del rafforzamento sul finire dell’adolescenza per gli alti livelli dei “fattori di crescita” che stimolano la formazione, e per gli ormoni ovarici che frenano il riassorbimento. Già a partire dai 18-20 anni i “fattori di crescita” tendono fisiologicamente a ridursi, per poi decrescere più nettamente dai 25 e ancor più dai 35, per processi dipendenti dall’età.
La sottonutrizione e la magrezza inibiscono i “fattori di crescita” e possono bloccare la funzione ovarica (con conseguente amenorrea), determinando una perdita che non solo costituisce la premessa per l’osteoporosi postmenopausale ma anche provocarla in anni giovanili con aumentato rischio di frattura. Ciò si può verificare nelle amenorree da sottopeso comprese quelle legate al relativo eccesso di attività fisica (la “triade delle atlete”: carenze alimentari, amenorrea, osteoporosi) , e soprattutto nelle forme di anoressia (circa 1% delle giovani donne) e di para-anoressia (circa 5%), forme che sono in preoccupante aumento come gravità e precocità di comparsa. Anoressiche con durata media della malattia di 5-6 anni presentano un tasso di frattura tre-sette volte superiore rispetto alle donne sane di pari età. Particolarmente penalizzante è l’anoressia iniziata nell’adolescenza, in quanto si perdono gli anni più favorevoli per il rafforzamento delle ossa. Buona parte delle terapie ormonali che ridanno le mestruazioni, “pillole“ comprese, contrasta solo parzialmente il problema, in quanto non agisce favorevolmente sui livelli dei “fattori di crescita”. E’ indispensabile un sollecito recupero del peso tramite interventi di tipo psicologico e nutrizionistico, tanto più efficaci quanto più precocemente vengono messi in atto .
L’importanza di un intervento diagnostico-terapeutico precoce per l’anoressia è confermata dall’esperienza del Centro Amenorrea-Anoressia degli Ospedali Regina Margherita-Sant’Anna di Torino, che ha l’obiettivo di ridurre l’intervallo di tempo tra l’esordio del disturbo e l’inizio delle cure attraverso l’intercettazione dell’amenorrea, sintomo somatico a insorgenza precoce. Nelle adolescenti (età compresa tra 13 e 18 anni), già anoressiche o para-anoressiche, la presa in carico precoce ha evitato nell’85% dei casi la progressione della malattia. Purtroppo, la percentuale di ragazze che si presentano in condizioni nutrizionali e psichiche tali da rendere necessario il ricovero è passata dal 7% degli anni precedenti al 27% nel 2013 e al 41% nel 2014. Nel contempo il Centro per i Disturbi Alimentari dell’Ospedale Molinette segnala una presa in carico di sempre più ragazze tra i 16 e i 19 anni con anoressia conclamata. Causa di questa importante criticità è il deficit di intercettazione precoce del disturbo alimentare per una crescente disattenzione forse legata al disagio economico e sociale.
Al fine di facilitare un intervento diagnostico-terapeutico precoce, molto importante è la sensibilizzazione sui primi sintomi (perdita di peso, amenorrea) non solo di medici, insegnanti, genitori, ma anche dei ragazzi stessi. E’ bene che i ragazzi siano informati delle conseguenze sfavorevoli del sottopeso e portati ad una maggiore attenzione alle esigenze del proprio organismo.
A tal fine la Fondazione per l’Osteoporosi Piemonte onlus (Presidente: Claudia Matta) - con la collaborazione della Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo e il sostegno dell’Ufficio Scolastico Regionale - ha sviluppato, nell’anno scolastico 2014-2015, una campagna di sensibilizzazione con concorso nelle scuole superiori dal titolo: “Osteoporosi: non solo un problema per vecchi” .
Con lo stesso titolo si è tenuto nell’autunno 2014 un Corso per Medici organizzato dall’Associazione Prevenzione Anoressia Torino (PR.A.TO.) (Presidente: Evelina Christillin) con la collaborazione dell’OMCeO e della Fondazione per l’Osteoporosi .
La campagna di sensibilizzazione/concorso nelle scuole sarà ripetuta nell’anno scolastico 2015-2016 ed è stata presentata in AGORA’ a metà ottobre 2015.
Il progetto è sostenuto dal Rotary Club Torino Sud-Est e dal Rotaract Torino Sud-Est, con il contributo del Rotary Club Torino Crocetta e del Distretto 2031 del RotaryInternational.
Il breve video che segue, realizzato dal Prof.Campagnoli, proiettato in molti istituti superiori dell' area torinese, fornisce una breve ma esauriente informativa sull' argomento.
E nei documenti che seguono si trovano dettagliate informazioni riguardanti il progetto.